lunedì 16 luglio 2012

Un pò di cultura non mi fa male!

Continuo con il racconto dei miei giorni a Vancouver. Venerdì 22 giugno sono stata a Granville Islands e al museo antropologico.
Granville Island è un pezzettino di terra, quasi un'isola appunto, tra la grande Vancouver e il West End. E' considerata il cuore culturale e artistico della zona. Ci sono infatti un sacco di negozietti di artigianato artistico e non, e un grande mercato coperto. Il mercato è qualcosa di eccezionale: è come fare un giro del mondo gastronomico (ma non solo)! Ci sono rivenditori da qualsiasi parte del mondo. Una parte è dedicata alla ristorazione, ci sono quindi tanti piccoli stand dove poter mangiare cinese, italiano, messicano, tahilandese ecc. Davvero un posto ricco di fascino! Seguendo la mia regola di non mangiare mai italiano all'estero, ho preso una scodellina di spaghetti cinesi con verdure e pollo e me ne sono andata a mangiare fuori sulle panchine vista mare, vista Downtown per essere precisi. Un'altra cosa simpatica (che successivamente ho notato anche in altri animali) è che c'erano gabbiani ovunque, vicino al mercato e alla spazzatura, assolutamente non curanti delle persone.
MOA - Museum of Anthropology si trova all'interno del campus universitario della UBC. Non ho mai visto un campus americano, né tantomeno ho mai frequentato un ateneo italiano, ma questo è qualcosa di immenso. E' come un paese e sé stante, con ristoranti e ospedale, in cui il verde, prati e alberi, la fanno da padrone, e quà e là ci sono gli edifici. Ovviamente ci sono anche autobus interni per spostari proprio per la vastità del territorio. Dal terminale dell'autobus urbano me la sono fatta a piedi fino al MOA e ho dovuto consultare più volte la piantina. Inoltre stava piovendo quindi sono arrivata a destinazione completamente zuppa. Fortunatamente il museo è molto moderno ed è dotato di appendiabiti gratuito e di armadietti a moneta, nei quali ho riposto lo zaino e appeso giubbino e maglia sperando che nel frattempo si asciugassero. Dopo essermi seduta a riposare in caffetteria a sorseggiare qualcosa di caldo, mi sono avventurata all'interno del museo. Non sono una studiosa ma l'ho trovato comunque molto interessante, peccato che ero già troppo stanca per concentrarmi nella lettura delle varie spiegazioni dei reperti, quindi mi sono limitata a leggerne più che altro provenienza e periodo. Ci sono oggetti da tutte le culture del pianeta, con predominanza naturalmente di quelle nord-americane. Dai piccoli gioielli o utensili a grosse canoe e imponenti totem, ma anche abiti, maschere rituali e statuine sacre. Anche qui un giro del mondo attraverso le culture e i secoli.
Dovrebbero essere una sorta di campane...
Un'altra nota divertente: la gente continua a chiedermi informazioni. Già in Italia mi succedeva spesso, anche quando ero fuori dalla mia città, che la gente si rivolgesse a me tra tanti, anche se ero in compagnia sceglievano me, per chiedere informazioni. La cosa accade anche qui! Ho iniziato ad esserne consapevole all'uscita del museo, alla fermata del bus, man mano che arrivavano le persone, chiedevano a me se era il bus giusto ( a me!!). Forse sembro un'universitaria e la cosa mi farebbe piacere, ma non è accaduto solo lì!
Le cose sono due: o sembro così sicura di me che dò l'impressione di essere una del posto, o la mia corporatura "paciocca" trasmette sicurezza alla gente. In ogni caso trovo la cosa molto buffa e di solito spiego che anche io non sono del posto, qualche volta però mi cimento in spiegazioni e chissà dove mando i poveri malcapitati!

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