giovedì 11 ottobre 2012

lunedì 10 settembre 2012

Annuncio personale: carità artistica!

C'è qualcuno che sarebbe così generoso da farmi un piccolo disegno per un volantino? Ripago con una cena, se geograficamente possibile! :D

Gita al pronto soccorso canadese!

Questa è la storia di una ragazza (?) che ha fatto un lungo viaggio, verso un paese lontano lontano per poter finalmente... fare una grossa cazzata!!
Sì, non c'è dubbio, la protagonista della storia sono io naturalmente! Venerdì ho finalmente traslocato in una casa deliziosa in quel di Kaslo e come vado a festeggiare? Con un pò di sangue! No, non sono diventata vampira, solo molto stupida perché mi sono tagliata! Preferisco non rivelare i dettagli dell'incidente perché sono di una stupidità imbarazzante, diciamo solo che stavo cucinando e mi sono piantata la punta di un coltellaccio nel palmo della mano sinistra! Dopo aver tamponato la ferita inventando nuove parolacce e insulti verso me stessa, sono andata dalla mia (nuova) padrona di casa chiedendole di medicarmi. Lì per lì ho pensato che fosse solo un taglietto e che il torpore alle dita fosse dovuto al fatto che avevo premuto molto per fermare il sangue. Dopo due ore però ancora nessuna risposta da indice e anulare. Beh non che fossero proprio morti, li sentivo come addormentati. Decido quindi che forse è meglio farsi vedere da un dottore al pronto soccorso, quello che avrei fatto in italia; tentando la sorte perché non possiedo alcun tipo di assicurazione. Se fossi stata al vecchio cottage non so fin dove sarei dovuta arrivare, ma fortunatamente Kaslo ha un ospedale. Erano circa le 15,30 del pomeriggio di sabato quando sono entrata e la prima cosa a colpirmi fu il deserto totale! In Italia per fortuna non sono andata quasi mai al pronto soccorso da paziente, ma spesso da soccorritore, e a qualsiasi ora trovi il caos e devi attendere ore ammenoché non hai un organo in mano. Qui invece mi sono dovuta affacciare in una stanza per trovare le infermiere che chiacchieravano. Ho spiegato loro il mio problema e ho detto subito che ero una turista e non avevo assicurazione. Un'altra cosa che ho notato è che hanno esaminato la mia ferita con estrema cautela toccando a malapena il cerotto, come se stessero maneggiando plutonio radioattivo. Questo comportamento mi ha fatto pensare che sono molto attenti a non dare adito a denuncie di nessun tipo, o forse per problemi con le assicurazioni...
A questo punto ho fatto un bel ripasso dello spelling in inglese, dovendo compitare il mio nome e indirizzo per la registrazione. La capo-infermiera dopo aver registrato i miei dati di base, ha chiamato al video-telefono (penso connesso via skype) un'altro centralino della zona che riceve tutte le registrazioni durante il sabato e la domenica, quando quello di Kaslo è chiuso. Ha spiegato la situazione alla signora nello schermo e poi me l'ha passata. Lei mi ha spiegato che il costo sarebbe stato di 820$ con la domanda implicita "Che facciamo la accendiamo?". Col senno di poi ho un sacco di "avrei potuto..." ma lì per lì ero convinta che mi ci volessero dei punti se non addirittura la chirurgia: cavolo non mi sentivo due dita! Quindi ho detto sì. E vai con un'altra sessione di spelling di tutti i miei dati. Prima di riagganciare la signora sullo schermo ha voluto darmi un suggerimento facendomi il segno di silenzio con il dito, come a dire è un segreto: mi ha detto qualcosa circa il chiedere all'infermiera se potevo farmi curare il giorno dopo o quando la clinica era aperta, poiché in clinica poteva costarmi 100$ meno. Non ho capito bene tutto ciò che mi ha detto e comunque dopo non l'ho chiesto per vari motivi.
Mi hanno fatta accomodare in una stanza con un lettino in attesa del dottore che è arrivato poco dopo. Si presenta un uomo alto sui 65 (e oltre) anni con una camicia orribile ma senza camice. Le infermiere gli dovevano aver già spiegato la situazione perché lui tutto contento mi porge la mano chiedendomi quale poteva stringere, e presentandosi come Riccardo. Subito dopo confessa che in realtà è Richard e bla bla convenevoli sul fatto che sono italiana, che parlo molto bene l'inglese (*), ecc. Mi ha visitato la mano facendomi piegare le dita, che rispondevano seppur con dolore, e dicendomi che era una buona cosa perché significava che il tendine non era stato reciso. Spiegava tutto rivolgendosi soprattutto all'infermiera più giovane, come volesse insegnarle il mestiere. Vabbé sorvoliamo. Insomma alla fine dopo aver annunciato che non è grave, io ho tirato un sospiro di sollievo e lui è uscito per visitare un'altra paziente (sì nel frattempo ne è arrivata un'altra).
Alcune delle cose che mi hanno dato.
L'infermiera ha iniziato a pulirmi la ferita e io le ho chiesto se quindi non avevo bisogno di suture o altro. Lei  ha risposto di no ed è stata molto gentile nel rispondere a tutte le altre mie domande curiose. Mi ha pulito la ferita con salt water (che penso sia la nostra soluzione salina) e mi ha messo i famosi steri-strip, quei piccoli cerottini a striscia che vediamo nei film (mai visti in Italia) e poi una pomata antibiotica; infine ha coperto con un cerottone mostrandomi come prenderlo senza toccarne l'interno. Mi ha spiegato bene come medicare la ferita e mi ha ripetuto più volte quali fossero i sintomi di un'eventuale infezione. Poiché la farmacia stava ormai per chiudere (chiude alle 17 il sabato) mi ha fornito di tutto: cerotti, strip, salt water, pomata antibiotica e antibiotico orale, e persino quei bastoncini lunghi tipo cottonfioc per spalmare la pomata. Mi ha anche dato alcuni guanti usa e getta per potermi lavare senza bagnare la ferita.  Ripresi i fogli mi ha fatto ancora altre domande di routine: una non l'ho capita ma riguardava il sangue perché c'era la parola "blood-qualcosa", poi se assumevo farmaci, se avevo avuto interventi chirurgici, se mi era stata diagnosticata qualche malattia. Nella prima parte del colloquio quando sono arrivata mi avevano anche chiesto il nome di una persona da chiamare in caso di emergenza qui in Canada, e io ho dato quello della mia padrona di casa essendo colta alla sprovvista. Mi hanno anche chiesto un "codice sanitario" e io ho dato il codice fiscale (meno male che me lo ricordo a memoria, non lo porto con me da quando sono qui). Quando pensavo fosse ormai tutto finito, la giovane infermierina si mette a preparare una siringa. Io chiedo cos'è e lei mi spiega che è l'antitetano, poiché nelle domande preliminari avevo risposto che non l'avevo fatto negli ultimi 10 anni. E quindi zac! Finalmente mi congedano e chiedo dove/come pagare. La giovane mi dice che la capo-infermiera le ha detto che non devo pagare, che mi fanno questo favore. Dopo essere rimasta incredula per un minuto, ringrazio infinitamente e mi avvio all'uscita. Incrocio il dottore che per congedarsi simpaticamente mi chiede di Berlusconi (non mi era mai successo fin'ora, ma me l'aspettavo); rispondo che purtroppo c'è ancora anche se in disparte al momento, e noi italiani aspettiamo solo che si tolga di mezzo per sempre e che cerco di dimenticarlo in questo bellissimo paese. Nonostante questa breve conversazione, me ne vado via tutta contenta per non aver subito suture e per non aver sofferto di portafogli!
Poco dopo essere rincasata, la padrona di casa mi bussa alla porta dicendomi che hanno chiamato dall'ospedale e devo richiamare. Ed ecco infrangersi il momento felice: la giovane infermiera mi spiega che lei non si è capita bene con la capo-infermiera, la quale in realtà intendeva che non dovevo pagare per le medicine e l'altra roba che mi hanno dato, ma per la visita devo pagare! La mia supposizione è che la buona volontà ci fosse, ma si sono rese conto che ero ormai stata registrata e non potevano fare nulla. Mi ha detto che potevo andare lunedì con calma e anche qualcos'altro che non ho capito.

Mi sono rassegnata presto all'idea di dover pagare per la mia stupidità e questa mattina mi sono recata di nuovo all'ospedale. La segretaria mi ha fatto firmare un foglio che dovrebbe essere per i dati personali riguardo a quella visita e mi ha detto che dovevo pagare solo 600$ per la visita d'emergenza, e che se ci sarà da pagare qualcos'altro per il dottore me lo faranno sapere. Le ho fatto diverse domande per capire come funziona ed è stata molto gentile a spiegarmi. Oltretutto sembravano sempre tutti mortificati di farmi pagare. Già che c'ero ho chiesto se avessero programmi per il volontariato e ha chiamato immediatamente un'altra signora molto gentile che mi ha dato un modulo e mi ha detto che dopo averlo compilato posso tornare e vedere insieme a lei cosa posso fare. Però ho bisogno del criminal record! (**)
Tornando al discorso ospedale, allego la foto del foglio con i prezzi. Se ho capito bene le Interior Health sono una specie delle nostre ASL che coprono una certa area comprendendo diverse cittadine. Ogni Interior Health stabilisce i suoi prezzi. Se avessi preso un appuntamento alla clinica per una visita mi sarebbe costato meno rispetto all'emergency, come mi aveva suggerito la signora al videotelefono. Come si dice, tutto serve per imparare e spero che questa mia "drammatica" avventura possa essere d'aiuto ad altri, in primis a stare molto attenti a non fare cazzate!
Listino prezzi!



(*) Le persone continuano a complimentarsi del mio inglese e io continuo a stupirmi poiché non è così buono, specie nella comprensione. Quindi mi viene da chiedermi: ma come cavolo parlano gli altri italiani? O forse, più probabilmente, come loro si aspettano che parliamo?? O magari sono abituati ad altri stranieri orientali che faticano di più con la lingua...? Mah...

(**)Qualcuno ha idea se posso richiederlo dal Canada e come?



Se qualcuno volesse lasciare commenti, specialmente gli amici, può farlo cliccando su Nessun commento qui sotto, che diventerà commenti qualora qualcuno scrivesse. Grazie.




martedì 4 settembre 2012

Uomini, una continua delusione?

C'è niente di più triste di un uomo adulto col coso in mano che chiede "ti pregoooo?" -___-
Mi piacerebbe sapere come si sente un uomo in certe situazioni. Amor proprio zero?
L'unico uomo che non mi ha mai delusa l'ho lasciato in Italia, e ora nessuno sembra alla sua altezza...

lunedì 3 settembre 2012

Ops! I did it again!

Eh lo so, lo so! Sono molto indietro col blog! Non ho ancora mai raccontanto com'è la vita qui in provincia, né la mia avventura in quel di Calgary, e ora sto pre traslocare! Il fatto è che in questo cottage non mi trovo molto bene poiché è male attrezzato e strutturato, e anche come posizione non è molto easy. C'è una vista spettacolare del lago, ma a parte questo sono lontana da tutto: per qualsiasi cosa devo prendere l'auto e se anche volessi uscire a fare una passeggiata, dovrei farla sulla strada. Mi sono innamorata di Kaslo che è un paesino dall'altra parte del lago, a circa 80 km da qui e in questi giorni ho visto 4 case. Alla fine ho deciso per una cabin presso il True Blue Lodge, ovvero una specie di bungalow che costa un pò di più ma che almeno ha tutto e posso lasciare in qualsiasi momento qualora decidessi di prendere una vera casa. Spostamento previsto per venerdì: re-impacchetto tutto di nuovo!!

sabato 11 agosto 2012

Questione auto

La zona dove ho affittato il cottage non è servita dai mezzi pubblici, quindi sia per muovermi in zona sia per arrivarci da Vancouver avevo per forza bisogno di un'auto. Inoltre mi piace guidare e mi sento più indipendente ad avere un mezzo autonomo. Il carburante poi costa molto meno che in Italia, quindi l'unico problema era trovare l'auto.
Prima di partire dall'Italia ho fatto la patente internazionale, è stata la seconda cosa che ho fatto dopo il passaporto, poiché non sapevo quanto tempo si prendessero. Si sono presi 2 settimane se ricordo bene e, sempre se la memoria mi sostiene, dovrebbe essere costata intorno ai 42€. Non c'è bisogno di sostenere alcun esame, l'unico intoppo è che bisogna andare alla motorizzazione che nel mio caso era un pò lontanto, ma ultimamente sto rivalutando il concetto di lontananza! Comunque basta andare lì con tutte le carte (la lista l'ho trovata sul sito della motorizzazione) e fare la riechiesta per il paese che desiderate. Una volta ottenuta la certificazione, deve essere conservata insieme alla patente italiana. Nessun problema a chi è abituato come me alla vecchia patente di "carta" (come sono anziana!) gli altri dovranno abituarsi ad un libriccino in più in borsa! :)
Un'altra cosa che ho fatto prima di partire è stata quella di cercare compagnie di noleggio auto, in qualche caso ho chiamato o mandato e-mail, per sapere i costi. Non ho trovato niente a meno di 4500$ per 5 mesi (la Hertz ha dei buoni prezzi, ma controllate il calcolo finale, perché c'è da aggiungere assicurazione, tasse, ecc.) che è una cifra esorbitante, mi sarebbe costata quasi quanto il cottage! Ho deciso quindi di non prenotare niente e di vedere una volta arrivata in terra canadese. Avevo dato un'occhiata a qualche annuncio su Kijiji di auto usate e sembrava che avrei potuto trovare qualcosa di decente anche per 2000$. Mi sono segnata l'indirizzo di questa compagnia di noleggio a Richmond poiché era l'unica che avesse un ufficio anche a Creston (la città vicina al cottage). Nel caso in cui avessi dovuto lasciare l'auto lì o avessi dovuto rinnovare il contratto mensilmente.
La mattina dopo essere arrivata a Vancouver per prima cosa sono andata al car rental per informarmi bene sui prezzi e disponibilità. Il costo era di 1100$ al mese, più altri 400$ circa nel caso in cui avessi lasciato l'auto a Creston. Il contratto andava rinnovato mensilmente, ma lo si poteva fare via fax. Ho detto che ci avrei pensato, perché sarei partita il lunedì successivo.
Vicino alla stazione dello skytrain c'erano diversi rivenditori di auto, così ho provato a chiedere se avessero qualcosa di economico. Nel primo una signora cinese mi ha fatto vedere un'auto per 2500$. Nel secondo il tipo mi ha detto che aveva un'auto di un amico da vendere, ma non lì, quindi ci siamo scambiati i contatti per poterci incontrare poi per vederla. Alla fine non l'ho nemmeno vista l'auto poiché gli ho spiegato che mi serviva per guidare per 700km e poi per andare in giro qui, e lui molto onestamente mi ha detto che era troppo vecchia e non andava bene per quello, c'era la possibilità che mi lasciasse a piedi. Così qualche giorno dopo a Granville mi sono fermata da un'altro rivenditore che mi ha fatto notare il problema dell'assicurazione. Mi ha detto che prima era meglio che mi informassi sul costo della car insurance per un non residente, poichè rischiava di costarmi più dell'auto. Gentili e onesti questi canadesi! Per non fare le cose di fretta e magari pigliare una fregatura, alla fine ho noleggiato l'auto per un mese. Mi hanno dato una pontiac col cambio manuale, con un bel bagagliaio capiente.
Avrei dovuto mettermi in cerca subito di un'auto appena arrivata qui al cottage, ma mi sono fatta prendere dalla meraviglia del posto così è andata a finire che ho dovuto tenere l'auto per più di un mese. In un certo senso però è stato meglio così, perché dopo un pò che andavo in giro con la pontiac mi sono resa conto che avrei avuto bisogno di una 4x4 per poter andare sui sentieri o nel caso di maltempo in alcune strade molto ripide, come quella per accedere al cottage.
Mi sono informata per l'assicurazione  presso una compagnia di Creston e mi dissero che poteva essere intorno ai 400/500$. Ho iniziato a cercare un'auto due settimane dopo essere arrivata qui, ne ho viste 3 o 4 e alla fine ho scelto la più economica: una Toyota 4runner del '91. Il proprietario chiedeva 1500$ ma c'erano un paio di cose da riparare così ho chiesto se me la dava per 1200$. Se fossi stata brava a contrattare magari sarebbe sceso a 1000$ ma alla fine mi ha dato 2 gomme extra senza che glielo chiedessi.
Ho dovuto tenere la Pontiac per 5 giorni in più, 250$; il prezzo per riportarla indietro da qui 370$ più 60$ di benzina. Totale complessivo noleggio $1780,00
Per la mia "nuova" Toyota ho pagato 203$ per sostituire la marmitta (o qualcosa di simile). Ci sarebbe anche da aggiustare lo sportello posteriore che non si può aprire, ma per il momento lo lascio così. L'assicurazione si può fare per un minimo di 3 mesi, quindi per non farla due volte l'ho fatta per 5 mesi, così fino a dicembre sto tranquilla. Costo 591$
Totale Toyota $1994,00
La parte divertente è che quando si va a fare l'assicurazione, ti danno la targa in mano e te la devi montare tu. E' stato molto buffo per me, avrei voluto farmi una foto con le targhe in mano!

giovedì 2 agosto 2012

Vita da turista


Piantina dello Stanley Park


Continuo e concludo il racconto del mio soggiorno a Vancouver. Il sabato l'ho dedicato allo Stanley Park. E' uno dei più grandi parchi del nord america ed è circondato per 3/4 dall'acqua, insomma è una specie di penisoletta. Ho affittato una bici per fare un bel giro, con l'intenzione di fermarmi ogni tanto a riposare buttandomi sul prato. Non ne ho avuto il tempo! Il noleggio della bici era per 3 ore e mi sono fermata soltanto per fare le foto poiché il perimetro è talmente vasto che mi sono dovuta sbrigare a riportarla prima che scattasse la tariffa successiva alle 3 ore! Ho fatto anche la mia bella figura da italiana: al noleggio mentre mi registravano mi hanno chiesto se volevo affittare anche il caschetto, e io "No no grazie" e sono andata via. Tempo 15 metri e mi accorgo che tutti intorno a me lo indossavano. Torno al negozio "Scusate ma il casco è obbligatorio vero?" e quindi ho preso anche quello (speriamo l'avessero pulito!).
Girl in a Wetsuit
Comunque la gita è stata bellissima, ci sono tantissimi monumenti e istallazioni per tutto il parco, e ovviamente la vista del North Shore e dell'oceano è bellissima! La parte più emozionante secondo me è passare sotto al Lions Gate Bridge che si impone maestoso e lunghissimo!
Lions Gate Bridge
Non ho avuto tempo per visitare l'interno del parco, sono solo passata vicino al laghetto dove c'erano diverse specie di uccelli a scorrazzare sia in acqua che sulla riva. Ogni volta mi sorprendo di quanto gli animali qui siano così abituati agli umani da potersi avvicinare moltissimo.
Finita la lunga pedalata e riportata la bici al negozio, mi sono fiondata nel ristorante più vicino per gustarmi un meritato pranzo, che per i canadesi è una tipica colazione: uova, prosciutto, toast e patate arrosto!
Ho coronato quella bellissima giornata con una serata al multisala di Richmond, ma non un cinemino qualsiasi: sono andata a godermi la visione di PROMETHEUS in 3D IMAX. Non sono una fan del 3D a tutti i costi, ma lo apprezzo molto se fatto in origine e con le tecniche d'avanguardia (es. Avatar). Mi spiace per gli italiani che non hanno la possibilità di provare questa esperienza, mi sembra ci sia una sola sala IMAX in tutta Italia, ma è qualcosa di incredibile! Finito il film ero senza fiato e sono uscita dal cinema grata di esserci andata sola: non sarei stata in grado di intrattenere una conversazione, men che meno in inglese! Oltretutto per la modica cifra di 15$ che io ritengo giustamente adeguati ad uno spettacolo del genere. Riguardo alla socialità dell'esperienza, all'entrata c'erano casse automatiche, che naturalmente ho voluto sperimentare, giganteschi sacchetti di pop-corn, bibite extra-large e quante altre "schifezze" si possono immaginare. Io ho dirottato su un milkshake al cioccolato che nemmeno sono riuscita a finire.

Capilano Suspension Bridge
Per la domenica ho prenotato una visita guidata al North Shore, che letteralmente sta per Riva Nord cioè tutto quello che c'è oltre il Lions Gate Bridge. Il piccolo bus faceva il giro di tutti gli alberghi delle persone che avevano prenotato, così sono venuti a prendermi direttamente nella hall. La guida era un ragazzo giovane e simpatico che guidava lui stesso il bus e nel frattempo spiegava quello che stavamo vedendo, raccontava un pò di storia e aneddoti e rispondeva a tutte le domande.
La prima tappa è stata al Capilano Fish Hatchery che altro non è che un vivaio di salmoni. Interessante la parte con i vetri da cui si possono vedere i salmoni nuotare e saltare per risalire la corrente. Seconda tappa Capilano Suspension Bridge: un "antico" ponte sospeso che è stato reso un'attrazione turistica costruendo tutt'intorno un'area visitabile con punti di osservazione, passerelle sugli alberi, capanni con gli uccelli e naturalmente negozi e ristoranti. E' stato molto divertente poiché il ponte è lunghissimo ed è buffo incrociare gente più o meno terrorizzata dalla traversata. Per quel che mi riguarda incredibilmente non ho avuto paura, eppure quel ponte oscilla in modo spaventoso! Forse perché sotto è pieno di piante o forse perché ero molto emozionata, chissà! Comunque mi sono goduta la passeggiata nella foresta e pure un buonissimo hamburger!
Capilano Lake
La fermata successiva è stata breve, solo il tempo di fare qualche foto al meraviglioso panorama del Capilano Lake per poi ripartire alla volta del Grouse Mountain Resort. Per raggiungere la cima della montagna siamo saliti su una funivia dalla quale si gode una spettacolare vista di Vancouver.
Panorama dalla funivia:
Vancouver skyline & Stanley Park


Arrivati al resort troviamo ad accoglierci una bella struttura con ristorante, caffé e negozio uscendo dalla quale ci si ritrova in una piccola radura con delle sculture in legno raffiguranti più che altro animali. Più avanti ci sono altri spiazzi dove si alternano gli spettacoli dei lumberjack (i taglialegna che si arrampicano sugli alberi) e degli uccelli rapaci. C'è anche un grande recinto con gli orsi, ma io ne ho visto soltanto uno addormentato! Ci sono anche una seggiovia e un'altra struttura per divertimento che non so come si chiama: in pratica ti agganciano con un'imbracatura ad un cavo teso e tu ti lanci! Proseguendo si arriva anche all'Eye of the Wind ma non ho potuto andarci perché era molto nuvoloso e quindi non avrei visto nulla. C'era una coltre di nuvole basse sopra le nostre teste che rendeva l'atmosfera quasi irreale, insieme ai residui di ghiaccio qua è là.
Orsetto pisolone!
Nel complesso è stata una gran bella gita, molto utile se si vogliono visitare alcuni posti in poco tempo. Questo è il link del sito del tour.

lunedì 23 luglio 2012

What a mess in my mind!

Oggi mi sento così confusa e irrequieta! Sento di dover prendere così tante decisioni, fare tante scelte più o meno decisive, anche scegliere cosa mangiare per cena mi risulta difficile oggi! Ho pensato che cercare di scrivere, di schematizzare un pò possa aiutarmi. La mia solita mania di tenere tutto sotto controllo, ecco perché non riesco a lasciarmi andare al "chi vivrà vedrà"!
Una cosa è certa, a fine agosto me ne andrò da questo cottage. Il punto è dove? Rimango nella zona a godermi ancora un pò la provincia e la tranquillità? Oppure mi riavvicino a Vancouver? Mi metto a fare qualche lavoretto subito o me la godo ancora per un pò? Se me la godo fino a settembre, poi mi cerco un lavoro impegnativo o qualcosa tipo part-time?
Certo, prima mi metto a lavorare meglio è per le mie finanze, ma il mio scopo non era venire qui per rimettermi a fare la cameriera. La mia idea era di venire qui per cambiare vita, per fare un'esperienza che possa aiutarmi a trovare me stessa, per seguire i miei (bi)sogni. Quello che desideravo era una casetta tranquilla, fare i miei lavoretti in casa come cucinare, cucire, ecc. e vendere i miei "manufatti". Mi rendo perfettamente conto che è un'utopia, ma almeno per un pò potrei provarci...? Non lo so, davvero non lo so. Adesso la cosa più sensata da fare sarebbe tornare in città e mettermi a lavorare. Ma fare la cosa "giusta", fare ciò che è più "conveniente" è proprio quello da cui sto fuggendo, ciò da cui mi sentivo privata della mia libertà di seguire il mio vero istinto, quello che veramente voglio. Ma cos'è che voglio veramente? Per favore qualcuno me lo dica, perché io non lo so!
Vorrei non avere questa fretta di capire, questa smania di far chiarezza dentro di me. So perfettamente che certe cose pian piano vengono fuori senza forzarle, o magari ti si rivelano da un momento all'altro come se qualcuno sollevasse una tendina e puoi finalmente capire cosa c'era dietro. Ma tutto questo purtroppo cozza terribilmente con la mia mania del controllo.
Uff! Com'è difficile essere me!

lunedì 16 luglio 2012

Un pò di cultura non mi fa male!

Continuo con il racconto dei miei giorni a Vancouver. Venerdì 22 giugno sono stata a Granville Islands e al museo antropologico.
Granville Island è un pezzettino di terra, quasi un'isola appunto, tra la grande Vancouver e il West End. E' considerata il cuore culturale e artistico della zona. Ci sono infatti un sacco di negozietti di artigianato artistico e non, e un grande mercato coperto. Il mercato è qualcosa di eccezionale: è come fare un giro del mondo gastronomico (ma non solo)! Ci sono rivenditori da qualsiasi parte del mondo. Una parte è dedicata alla ristorazione, ci sono quindi tanti piccoli stand dove poter mangiare cinese, italiano, messicano, tahilandese ecc. Davvero un posto ricco di fascino! Seguendo la mia regola di non mangiare mai italiano all'estero, ho preso una scodellina di spaghetti cinesi con verdure e pollo e me ne sono andata a mangiare fuori sulle panchine vista mare, vista Downtown per essere precisi. Un'altra cosa simpatica (che successivamente ho notato anche in altri animali) è che c'erano gabbiani ovunque, vicino al mercato e alla spazzatura, assolutamente non curanti delle persone.
MOA - Museum of Anthropology si trova all'interno del campus universitario della UBC. Non ho mai visto un campus americano, né tantomeno ho mai frequentato un ateneo italiano, ma questo è qualcosa di immenso. E' come un paese e sé stante, con ristoranti e ospedale, in cui il verde, prati e alberi, la fanno da padrone, e quà e là ci sono gli edifici. Ovviamente ci sono anche autobus interni per spostari proprio per la vastità del territorio. Dal terminale dell'autobus urbano me la sono fatta a piedi fino al MOA e ho dovuto consultare più volte la piantina. Inoltre stava piovendo quindi sono arrivata a destinazione completamente zuppa. Fortunatamente il museo è molto moderno ed è dotato di appendiabiti gratuito e di armadietti a moneta, nei quali ho riposto lo zaino e appeso giubbino e maglia sperando che nel frattempo si asciugassero. Dopo essermi seduta a riposare in caffetteria a sorseggiare qualcosa di caldo, mi sono avventurata all'interno del museo. Non sono una studiosa ma l'ho trovato comunque molto interessante, peccato che ero già troppo stanca per concentrarmi nella lettura delle varie spiegazioni dei reperti, quindi mi sono limitata a leggerne più che altro provenienza e periodo. Ci sono oggetti da tutte le culture del pianeta, con predominanza naturalmente di quelle nord-americane. Dai piccoli gioielli o utensili a grosse canoe e imponenti totem, ma anche abiti, maschere rituali e statuine sacre. Anche qui un giro del mondo attraverso le culture e i secoli.
Dovrebbero essere una sorta di campane...
Un'altra nota divertente: la gente continua a chiedermi informazioni. Già in Italia mi succedeva spesso, anche quando ero fuori dalla mia città, che la gente si rivolgesse a me tra tanti, anche se ero in compagnia sceglievano me, per chiedere informazioni. La cosa accade anche qui! Ho iniziato ad esserne consapevole all'uscita del museo, alla fermata del bus, man mano che arrivavano le persone, chiedevano a me se era il bus giusto ( a me!!). Forse sembro un'universitaria e la cosa mi farebbe piacere, ma non è accaduto solo lì!
Le cose sono due: o sembro così sicura di me che dò l'impressione di essere una del posto, o la mia corporatura "paciocca" trasmette sicurezza alla gente. In ogni caso trovo la cosa molto buffa e di solito spiego che anche io non sono del posto, qualche volta però mi cimento in spiegazioni e chissà dove mando i poveri malcapitati!

domenica 15 luglio 2012

Acronimi

http://www.acronymfinder.com/

Questo link mi ha davvero semplificato la vita! Leggendo gli annunci di case o auto si trovano un sacco di sigle come OBO, n/s, w/d che mi facevano diventare matta. Finalmente sto iniziando a capirci qualcosa!

sabato 14 luglio 2012

I miss...

14 luglio 2012
Kara
Ho sognato che ero non so dove con mia mamma e le dicevo che mi mancavano Zorro e Kara, i miei adorati mici, e lei mi diceva "Te li ho portati" e indicava un angolo della stanza. C'era una coperta che copriva, l'ho tolta e sotto c'erano due trasportini. Li ho aperti e ne sono usciti tanti micini piccoli. Ho guardato mia mamma per chiedere spiegazioni e lei ha risposto "La signora non me li ha fatti prendere, scegli qualcuno di questi!" e io "Ma io non voglio dei gatti, i voglio i miei! Voglio Zorro e Kara!". Non ricordo altro.

Zorro
Oddio quanto mi mancano, non posso pensare che c'è il rischio che non li riveda mai più. Se penso quando a dicembre tornerò in Italia e li andrò a riprendere, se la signora mi proibirà di riprenderli e portarli con me, temo che non ce la farei a lasciarli ancora. Non pensavo si potessero amare tanto gli animali.

Ho sognato anche di essere al cinema. Sta cominciando ad essere un sogno ricorrente, cinema o teatri... Chissà cosa significa...

venerdì 13 luglio 2012

Primo impatto - 21 giugno 2012

Seguendo il consiglio dei favolosi ragazzi del Diario da Vancouver, ho scelto un hotel ( Travelodge ) che avesse navetta gratuita dall'aeroporto e wi-fi gratis. E' stato un grande consiglio da parte loro, poiché prima di partire non ci stai a pensare, non ti rendi conto, ma queste sono cose secondo me fondamentali per i primi giorni, oltre naturalmente a un letto e un bagno puliti! Dopo quel viaggio estenuante sapere che c'è qualcuno che ti viene a prendere all'aeroporto, ti carica i bagagli e ti lascia davanti alla reception dell'albergo è veramente impagabile. Ora che ci penso, non ho dato la mancia all'autista, e lui sì che se la meritava!
Avere la connessione internet è altrettanto importante, non solo per chiamare casa e assicurare tutti che sei tutta intera (comprovando la cosa mostrandoti in web-cam naturalmente), ma per organizzare la tua visita alla città esplorando le mappe, consultare orari e tragitti dei bus (capire da quale lato della strada devi prenderlo!), orari dei punti di interesse come cinema, musei ecc. Insomma la rete è una grande risorsa, non so come facevamo prima! In effetti lo so, poiché non sono proprio di ultima generazione, e ricordo i miei avventurosi viaggi a Londra, ma questa è un'altra storia!
Tornando al mio racconto, arrivata in albergo salii immediatamente ad esplorare la mia stanza: era molto carina e pulita e la tentazione di buttarmi sul letto fu grande, ma erano circa le 19,30 se avessi dormito subito mi sarei scombinata gli orari. Ridiscesi per cenare, fortunatamente quasi tutti gli alberghi dei dintorni hanno un ristorante e al mio hotel c'era questo http://www.thepantry.ca/ delizioso, e non troppo costoso mi è sembrato.
Il mattino dopo ci sono tornata per regalarmi una bella colazione tradizionale: pancakes!
 Dopo il breakfast mi sono messa in marcia. La prima cosa che dovevo fare era andare ad informarmi per il noleggio di un'auto. Avevo bisogno di un'agenzia che fosse presente non solo a Vancouver, ma anche a Creston, così da avere la possibilità di lasciare l'auto lì e non essere obbligata a tornare indietro. Ho cercato on line, ho guardato bene la mappa dove si trovava il posto per capire dove sarei scesa con l'autobus e che tratto avrei dovuto fare a piedi. Insomma tutto programmato. Eccetto che non ho considerato da quale parte della strada dovessi prendere il bus!! Dopo 3 o 4 fermate ecco il capolinea e non era affatto la giusta direzione!
Posso usare come attenuante il fatto che sono molti anni che non viaggio da sola in una grande città straniera? Cavolo più di 10 anni fa me la cavavo benissimo da sola a Londra! Ero solo un pò arrugginita, su! Mi devo biasimare anche per il fatto che avevo sopravvalutato il mio inglese, lì per lì non sono stata nemmeno capace di chiedere all'autista (anche perchè non mi ricordavo più il nome della strada!)
Fortunatamente non lontano, all'incrocio con un'altra strada, ho visto una pensilina con un paio di persone. Mi sono avvicinata prima cercando di capire sulla mappa dove fossimo, poi mi sono fatta coraggio e ho chiesto ad un ragazzo di indicarmi. Lui è stato gentilissimo, mi ha chiesto dove dovessi andare (ho risposto "in centro") e ha guardato sul suo smartphone (io non ho connessione dati) quindi mi ha indicato la sopraelevata dove dovevo prendere l'autobus per tornare indietro. Arrivata lì, di nuovo il dubbio da quale parte prenderlo? Ho aspettato per un pò alla fermata che mi sembrava giusta, poi quando è arrivata una ragazza ho chiesto a lei: no, era l'altro lato della strada, e naturalmente poco prima avevo visto passare l'utobus! Ho aspettato quasi un'ora sotto al sole quello successivo, la sera mi sono ritrovata le spalle ustionate, ma alla fine ce l'ho fatta! Fatto sta che ho perso mezza giornata per raccapezzarmi con gli autobus, e ci ho messo 2 giorni anche per capire come funzionano i biglietti! Però l'esperienza mi è servita di lezione, da allora ho sempre chiesto all'autista appena salita se il bus era quello giusto. D'altronde qui sono tutti estremamente gentili e molto disponibili.
Al car rental una ragazza che sembrava una bambolina, mi ha detto che il costo mensile è di $1100 più altri $300/400 nel caso in cui lasciassi l'auto a Creston. Non che fosse una sopresa, prima di partire mi ero informata, e proprio perché i prezzi erano così alti avevo deciso di non prenotarla e vedere al momento. Mentre andavo a prendere lo skytrain ho visto dei rivenditori di auto, così mi sono fermata a chiedere anche lì. Riguardo al noleggio, i costi erano più o meno gli stessi, così ho chiesto se avessero un'auto usata molto economica da vendermi intorno ai $2000. Nel primo posto la signora mi ha detto che facevo bene a comprarla, che non mi conveniva assolutamente noleggiarla, e mi ha fatto vedere un paio di auto su quella cifra. Nel secondo posto il signore mi ha detto che lui ne aveva una a casa da vendere a quel prezzo e che me l'avrebbe fatta vedere quella sera stessa se volevo. Ci siamo scambiati i numeri (io ho dato quello dell'albergo) e io me ne sono andata a prendere lo skytrain tutta contenta.
Non avevo una meta precisa, ed era già una certa ora, quindi era inutile mettersi in moto per qualche posto preciso come lo Stanley Park, perciò decisi di fare un giro in centro semplicemente.
Alla stazione dello skytrain ho fatto di nuovo il biglietto perché non avevo ancora chiaro il meccanismo. Mi soffermo per spiegare, almeno quello che ho capito io eh!
Lo skytrain è una ferrovia sopraelevata che unisce i dintorni di Vancouver con la città, in centro diventa sotterranea, da non confondersi però con la metropolitana che invece gira solo in centro. Naturalmente io mi sono sbagliata una volta, seguivo il colore blu chiaro, invece dovevo seguire il blu scuro! I colori aiutano a capire quale linea prendere, se si tiene a mente qualche punto di riferimento come i capolinea, il gioco è fatto. Ad esempio io per tornare in albergo dovevo prendere la blu scuro direzione Richmond. In tutte le stazioni ci sono le piantine della città, delle linee dei trasporti e delle fermate dove prendere i bus. Anche alle fermate dei bus si trovano queste informazioni, ma fuori città non in tutte le fermate, solo dove ci sono le pensiline. Nelle stazioni ci sono macchine automatiche per i biglietti (non ricordo di aver notato casse con personale umano) semplici da usare una volta che si sà quale biglietto serve. Il biglietto varia a seconda della zona, anche questa informazione la si può apprendere in stazione da una piantina. Io ad esempio per andare da Richmond in centro dovevo prendere per la zona 2, mentre se mi muovevo solo a Richmond o solo all'interno di Vancouver, bastava la zona 1. Sugli autobus c'è una macchinetta accanto all'autista che prende SOLO MONETA. La prima volta che non avevo spiccioli, l'autista mi ha detto di sedermi comunque (o almeno questo è quello che ho capito), poi ho sempre cercato di procurarmeli prima di salire a bordo oppure di comprare il biglietto alla stazione. Per lo skytrain e i bus vale lo stesso biglietto, quindi io per andare in centro a Vancouver prendevo il bus dall'albergo alla stazione quindi lo skytrain, facendo il biglietto già sull'autobus. Se non dici nulla l'autista ti fa emettere direttamente quello da zona 1, quindi dovevo precisare che mi serviva da zona 2. Il biglietto vale, se ricordo bene, 1 ora e mezza, quindi lo si può utilizzare più volte in quell'arco di tempo. Salendo sull'autobus, se si possiede già il biglietto, bisogna obliterarlo, anche se non è la prima corsa che si fa con lo stesso, così l'autista sa automaticamente che sei in regola. Ogni autobus ha all'interno un piccolo display che dice ogni volta qual'è la prossima fermata, accompagnato di solito anche dalla voce registrata, come in metropolitana insomma. Molto funzionale! Per prenotare la fermata invece non ci sono pulsanti ma una cordicella da trirare che corre vicino ai finestrini. Un'altra particolarità che ho appreso subito, è che quando si scende la gente ringrazia l'autista! Forse è anche un modo per salutare, ma per chi non è abituato è singolare sentire un piccolo coro di "thank you" mentre si scende! L'ultima nota da fare, è per i fantozziani come me: la porta davanti dell'autobus la apre automaticamente l'autista, ma quelle centrali o in fondo no, poiché servono solo per scendere e non si può salire da lì, infatti si chiudono automaticamente appena sono scesi tutti. Ma come si aprono quando si deve scendere? Non serve bussare o chiamare l'autista ( ^^;;; ) basta spingere i maniglioni, c'è anche scritto!
Tornando alla cronaca della mia prima visita a Vancouver, scesi dallo skytrain ad una fermata a caso in centro per cercare un posto dove mangiare. Era piuttosto tardi, le 15 mi pare, ma qui i ristoranti sono aperti in genere dalle 11 fino a sera  no stop, quindi qualsiasi ora va bene per pranzare o cenare! Decisi di provare il messicano, ma è un pò troppo piccante per i miei gusti!
Canada Place
Dopo essermi rifocillata, sono entrata in un 7/11 poco distante e ho comprato una cartina. Ho optato per una bella mappa plastificata dello stato della British Columbia, visto che dovevo comunque spostarmi, e anche se ho il navigatore satellitare, non si sa mai! Sul retro della cartina ci sono gli ingrandimenti delle principali città tra cui Vancouver appunto, così mi sentii abbastanza attrezzata per proseguire la mia prima gita in città. Mi sono incamminata verso nord, in direzione del Canada Place. In pratica è un grandissimo edificio che richiama la struttura di una nave da crocera. In esso ci sono numerose sale meeting dove si tengono diversi avvenimenti, negozi, ristoranti, caffè e non so cos'altro ai piani superiori! E' connesso ai livelli inferiori con lo skytrain e il terminal delle navi da crociera che si trova dirimpetto; tra i due edifici infatti c'è sempre ancorata una grosa cruise ship. Lungo il lato nord-ovest del Canada Place c'è una passerella intitolata The Canadian Trail con diverse istallazioni riferite alla storia del paese, che proprio in quei giorni erano chiuse per manutenzione o non so cos'altro (chiuse non proprio, c'era il classico nastro giallo intorno). Alla fine della passerella c'è una piccola piazzetta dove credo che di solito fanno concerti -  in quei giorni c'era un gazebo con  i manifesti di un jazz festival - e da cui si gode un ottimo paesaggio del North Shore e una veduta d'insieme dello Stanley Park. Voltandomi indietro invece vedevo lo skyline della città che con quei grattaceli ricorda vagamente le grandi città come New York, ma in realtà della Grande Mela ha ben poco. Non sono mai stata a New York ma me la immagino immensa e caotica, catapultata nel 3° millennio. Vancouver invece mi dà una sensazione più "mite", una città con tante attrattive, moderna e ben servita, ma a misura d'uomo. 

domenica 1 luglio 2012

Il lungo viaggio



Uno dei viaggi più faticosi della mia vita!
4 ore di pullman per arrivare a Roma sono state una bazzecola in confronto al resto! Fortunatamente mi sono incontrata con mia cugina S. che non solo mi ha fatto compagnia fino alle 2,30 di notte, ma mi ha anche accompagnata all’aeroporto!
L’inizio del travaglio: dovevo aspettare almeno 5 ore prima dell’apertura del check-in. Le panchine scomodissime per dormire (solo più tardi sono salita sopra e ne ho scoperte altre migliori), ma troppo stanca per mettermi a leggere.
Due chiacchiere con una signora siciliana, un medico che stava andando in Africa, mi hanno fatto passare un paio d’ore. Già dalle 3,30 l’aeroporto ha iniziato ad animarsi, così verso le 5 ho cominciato a passeggiare in lungo e in largo, sopra e sotto, col mio carrellino carico di bagagli.
Finalmente l’ora del check-in, le 7,10. Ero preoccupata per i bagagli, di dover pagare il sovrapprezzo, invece fortunatamente quei 2 kg in più nel totale non me li ha fatti notare, né tantomeno pagare. Riguardo al bagaglio a mano, con Lufthansa avevo disponibilità fino a 8kg che escluso il pc neanche raggiungevo, più la borsa a tracolla che me l’ha considerata borsa personale. Insomma con i bagagli tutto ok, ma il peggio doveva ancora venire. MAI PIU’ BAGAGLIO A MANO SENZA ROTELLE! Già la mia tracolla era piuttosto pesante, ma trascinarmi quel borsone per ore è stato sfiancante oltre il mio limite! Pesava quasi 10kg!
Il volo Roma-Francoforte è stato una passeggiata, ho dormito quasi sempre e mi ero scelta un posto vicino al corridoio in modo da potermi "sbracare" un pò. Inoltre i braccioli “mediani” tra i sedili si potevano alzare, quindi non ero troppo compressa. (NOTA PER IL LETTORE: sono obesa quindi molto voluminosa nella zona sedere-cosce, troppo per certi sedili) Ci hanno servito un ottimo snack: una specie di mini-prezel spalmato con burro all’interno (o era formaggio tipo Philadelphia?). A Francoforte ho aspettato solo un’ora prima di potermi recare al gate, ma poi è stata una bella trafila di controlli. Mi hanno fatto aprire la borsa, togliere gli stivali e passato addosso quella palettina/metal-detector. Mi sembrava strano dovermi presentare al gate alle 14,00 quando il volo era alle 15,15, ma poi ho capito il perché. Prima di tutto i cittadini non canadesi dovevano passare da un altro sportello per un controllo dei documenti più approfondito. Una volta seduti in sala d’aspetto poi, una signorina ci chiamava ad uno ad uno, (non ho capito se la scelta era random o toccava a tutti)  ci pesava i bagagli a mano e ci faceva pagare il sovrapprezzo. Purtroppo ero troppo intontita e confusa per capirlo in tempo e trasferire qualcosa nella mia borsa personale, così ho dovuto pagare. Stava per farmi pagare 80€ ma mi sono ricordata in tempo del PC, che infatti non viene considerato (probabilmente nemmeno il cavo e l’hard disk esterno, ma ero troppo rinco per ragionarci al momento) così alla fine ero solo a 7kg e ho pagato “solo” 20€. Simpatici tedeschi.
Salita sull’aereo altra bella scoperta: il mio posto era il penultimo in fondo e dalla parte del finestrino. Ciò voleva dire che mi sarei presa tutti gli sballottamenti della coda e per alzarmi avrei dovuto ogni volta far scomodare la persona accanto a me. Sedendomi  capii quanto sarebbe stato terribile quel viaggio: ero compressa peggio che mai e il bracciolo “mediano” non solo non si alzava, ma mi perforava il cosciotto!  Se c’era un buon momento per farsi venire un attacco di panico era quello, al pensiero di passare 12 ore in quello stato! Fortunatamente o le pilloline per dormire (roba da erboristeria, nulla di strano eh) hanno fatto effetto anche su quello, o quegli attacchi sono davvero un ricordo ormai. Quando si è avvicinata la hostess le ho spiegato che stavo troppo stretta e chiesto se fosse possibile sedersi in un sedile libero che vedevo laggiù. Lei mi ha risposto che quelli erano i sedili per l’equipaggio, e con un gran sorriso gentile ha detto che avrei potuto sedermi nella comfort class… se avessi pagato 100€ (o erano 200€?). Sempre più simpatici questi tedeschi….
Fortunatamente ho dormito per circa 3/4 del viaggio, a più riprese, e accanto a me c’era una ragazza sui 20 anni (che disegnava benissimo) che gentilmente si alzava ogni qualvolta glielo chiedevo, non mi era di troppo imbarazzo disturbarla.  In ogni caso è stata una vera tortura quel viaggio: quando in hotel mi sono spogliata avevo degli enormi lividi all’altezza dei braccioli maledetti!
Vancouver International Airport
Appena scesa dall’aereo dimenticai tutta quella tortura, rendendomi conto che ERO LI’! L’avevo fatto davvero, ero in Canada!! Ero talmente emozionata che quasi dimenticavo di andare in bagno (sull’aereo mi era praticamente impossibile). Fortunatamente mi resi conto della fila alla dogana e provvedetti prima di imbottigliarmi nel serpentone umano. Già sull’aereo ci avevano consegnato un modulo da compilare per la dogana, con i dati personali, solite domande su armi e cose simili, e motivo e durata della permanenza; decisi di scrivere 90 giorni, una via di mezzo. Dopo circa mezz’ora di coda eccomi davanti ad una poliziotta che mi fece qualche domanda. Solo allora cominciai ad avere il sospetto di aver forse sopravvalutato il mio inglese. Scrisse dei numeri sul modulo che le avevo consegnato insieme al passaporto e mi avviai al recupero bagagli. Dopo averli caricati su un carrello, come tutti mi recai all’uscita di quella zona mostrando il suddetto cartoncino al poliziotto di guardia che però, invece di indicarmi la stessa via degli altri, mi inidcò un’altra strada. Mi ritrovai a dover entrare in uno stanzone per i controlli doganali, dove c’erano già una ventina di persone in attesa in coda, ma pochissimi poliziotti al lavoro. Dopo 10 minuti nulla si era mosso e i poliziotti ancora parlavano o controllavano le stesse persone di quando ero entrata. Capii che la cosa sarebbe stata interminabile ed ebbi un altro moto di disperazione. Avevo sete, ero stanchissima e volevo solo andare in albergo e fare una doccia. Vedevo la gente esaminata dagli agenti che veniva fatta entrare in una stanza, poi riportata al punto di partenza e trattenuta ancora con altre discussioni, ad alcuni facevano aprire e svuotare i bagagli. Quando finalmente riuscii a procurarmi una bottiglietta d’acqua (cosa non semplice se arrivi in un altro stato con banconote della loro moneta, ma nessuno spicciolo per la macchinetta!) e a sedermi, mi calmai e accettai l’inesorabilità di quell’ultimo ostacolo sul mio tragitto. Rimasi in coda in quella stanza per più di due ore, tra gente di etnia soprattutto cinese, a chiedermi se il problema era stato l’aver scritto 90 giorni sul modulo. Probabilmente era così, perché quando finalmente toccò a me, il poliziotto mi trattenne al massimo 5 minuti. Mi fece le solite domande, gli spiegai che avevo abbastanza soldi per mantenermi per quel periodo e che avevo affittato un cottage e quando gli mostrai la ricevuta della prenotazione mi lasciò andare.

Aspettando la navetta per l'albergo
Finalmente libera! Finalmente potevo godermi l’emozione di essere a Vancouver! E nonostante tutto quel travaglio, l’emozione riaffiorò non appena misi piede all’esterno dell’aeroporto. Quella che vedevo in realtà era Richmond, ma non faceva alcuna differenza: il lungo viaggio era finito e ora iniziava la mia nuova vita!

lunedì 18 giugno 2012

Immigrant song - Led Zeppelin
 
Semplicemente perfetta

Sogni d'oro

Ho fatto un sogno bellissimo, tipo cenerentola. Non facevo un sogno così bello e sereno da non so quando. Sogno sempre qualcosa di ansioso, a volte pauroso o triste, mai nulla di piacevole. Penso sia un segno che sto seguendo la strada giusta.
Però la fifa c'è. Penso sia normale, l'importante è superare le paure e non farsi bloccare da esse.
Tra due giorni sarò su quell'aereo che cambierà la mia vita. Comunque vadano le cose.

sabato 9 giugno 2012

Caos calmo...?

Beh non molto calmo in verità, l'agitazione e l'eccitazione vanno e vengono.
Un paio di episodi mi hanno davvero fatta inalberare in questi giorni, ma ho il mio efficacissimo mantra "tra una settimana parto, tra una settimana parto..."
Uno di questi episodi è accaduto ieri quando ho telefonato alla "gattara" che ha il gattile da cui ho adottato i miei due pelosotti. Per la durata del mio viaggio sarà lei a tenerli, perché non sapevo a chi altro lasciarli. Il problema è che forse si sta avverando uno dei miei grandi timori: che lei se li riprenda definitivamente. Ieri l'ho chiamata per gli ultimi accordi e mi ha dato l'impressione che non abbia proprio capito che la cosa è temporanea, o non lo vuole capire. "Eh ma  non lo so se te li tengo a pensione o per sempre, bisogna vedere quello che decidi di fare..." le ho spiegato che a Natale torno in ogni caso, ma forse non le è abbastanza chiara la mia decisione di riavere con me Zorro e Kara! Già soffrirò tantissimo la loro mancanza in questi mesi, figuriamoci se devo stare pure col pensiero che quella non me li ridà! Devo farci un bel discorso a quattr'occhi!
A parte questo il resto procede abbastanza bene nonostante le mangiate di polvere che mi sto facendo con conseguenti attacchi allergici. Gli scatoloni sono quasi tutti fatti, le valigie non sono pronte ma ho chiamato le compagnie aeree per comunicare il bagaglio extra: la Condor (tratto Francoforte-Vancouver) ha voluto 40€ mentre quei ladroni della Lufthansa (Roma-Francoforte) estorcono ben 70€! Che approfittatori!
Tutto è improcinto di compiersi.
Ho già iniziato a incontrare amici/parenti da salutare, ma ogni volta mi chiedo se devo essere io a chiamare per dire "Ci vediamo per salutarci?" o loro a chiamare me.... Quelli che ho salutato finora si sono fatti vivi loro, e mi pare giusto... Sono la solita egocentrica?

sabato 26 maggio 2012

Sally è una donna che non ha più voglia
di fare la guerra

Preparativi

Eccomi qui ad impacchettare la mia vita.
Far coincidere la mia partenza per il Canada con un trasloco e la chiusura della mia attività si è verificato più lungo e faticoso del previsto!
Ho il volo il 20 giugno, ma me ne vorrei andare qualche giorno in Toscana da G. prima di partire, per cui ho circa 2 settimane per liberare l'appartamento, il negozio, e fare le valigie. Per ora ho solo eliminato tutti i vestiti che non mi stanno più bene e fatto un pò di sgombero al locale. Ma non posso più indugiare, è arrivato il momento di mettersi sotto con lo scatolamento, prima che mi prenda l'ansia!
Non so bene come mi sento, credo di stare frenando l'eccitazione per non crearmi troppe aspettative, ma in fondo di che aspettative ho timore? Inizierò una nuova vita da vivere esclusivamente a modo mio, libera da condizionamenti di amici, familiari o fidanzati. Non so se questa vita sarà proprio in Canada, per il momento ho deciso di cominciare da qualcosa che desideravo da tanto tempo: un periodo sabbatico lontana da tutto e tutti, in un posto tranquillo immerso nella natura, dove poter entrare in contatto profondo con me stessa e provare a trovare un nuovo equilibrio e un modo per amarmi.
All by myself.